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Maschere e pugnali. Utopisti e avventurieri da Platone a Nero Wolfe

(1 recensione del cliente)

ISBN 9791280353009, prima edizione: marzo 2021, pagg. 464

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 «… un monumento di eclettismo culturale come certi palazzi neogotici che sposano il gargoyle con la foglia di vite Liberty» (dalla prefazione di Pier Luigi Vercesi). 

Una lunga cavalcata, magari con cappa e spada, tra pellicole d’antan, romanzi d’appendice, fumetti, pettegolezzi e retroscena della storia dello spettacolo, della letteratura, del giornalismo: ecco quali sono le maschere e i pugnali che gli uomini e le donne di Diego Gabutti indossano e impugnano con leggerezza e maestria, per lasciare, non si sa quanto consapevolmente, un segno indelebile nell’immaginario collettivo. 

Mata Hari, Billy the Kid, Nero Wolfe e Platone, proprio come nel titolo, si alternano tra le pagine veloci e sornione, in un caleidoscopio che strizza mille occhi a chi, smaliziato ma ancora sognatore, si lascerà incantare dalle malìe di una scrittura affascinante tanto quanto le storie e i personaggi che racconta. 

Peso 500 g
Dimensioni 140 × 210 × 3 cm

1 recensione per Maschere e pugnali. Utopisti e avventurieri da Platone a Nero Wolfe

  1. cicognag

    Il libro è una raccolta di corsivi e recensioni scritti con la maestria di chi sa spaziare con scioltezza tra generi letterari e riferimenti intellettuali di ampio respiro. Vista l’ampiezza degli ambiti che include, finisce inevitabilmente per sollecitare la questione della verità e del diritto alla verità.
    A volte infatti non è chiaro al lettore meno avvezzo o meno smaliziato, se le maschere e i pugnali di Gabutti cerchino di rappresentare in qualche modo realtà esistenti, oppure realtà immaginarie dell’autore, oppure ancora, una sua visione ucronica. Lo stile tagliente che si riscontra nella carriera del navigato corsivista torinese, tra satira e sarcasmo, tra polemica e ironia, lascia piuttosto intendere si tratti dell’esposizione di un pensiero critico, spesso sprezzante, nel collage di personaggi chiamati in causa attraverso le 450 pagine del volume. Ce n’è per tutti insomma: una versione dotta dell’epoca dei social, degli storytelling, delle post-verità e dell’ hate speech, del tutti contro tutto e contro tutti. Il lettore può sorridere, ignorare, oppure lasciarsi incantare o coinvolgere – senza però poter replicare a differenza di ciò che avviene nei social – dal ricco commentario “senza peli sulla lingua”, raccolto in una serie di capitoli che possono comunque essere letti in ordine sparso. Esemplari in tal senso le due pagine dedicate a Scientology che contengono l’accusa disinvolta di reati gravissimi, inventati e già ripetutamente smentiti illo tempore nelle sedi opportune. Ha importanza la questione della verità? Forse in questo caso no;
    no se si considera ciò che probabilmente questo libro, in tutte le sue pagine, mostra di essere: una visione del mondo, una weltanshauung esclusiva e fantasiosa nel caleidoscopico humus culturale di Diego Gabutti.

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      Grazie per il commento! La natura del volume è ibrida, si tratta in larga parte di testi già usciti sulla stampa periodica nazionale nel corso degli anni. Non è la verità l’obiettivo di Gabutti, piuttosto l’esposizione della propria personale concezione del mondo contemporaneo, e in molto casi con una buona dose di ironia.

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